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Se ne vede spuntare qualche rudere dalla boscaglia che ammanta la cima di un colle, là dove il crinale di Massignano degrada verso la costa.
Dove oggi spunta qualche resto, nel medioevo esisteva un'insediamento fortificato, fondato dai conti Rinaldo e Ricciardo di Montefiore e Aspramonte a partire dal 1168, allo scopo di controllare la strada che dalla marina saliva fino al centro del potere della famiglia: il paese che ancora oggi porta il loro nome. Probabilmente Massignano nasce come centro sottoposto a questo castello, ipotesi sostenuta dal fatto che nel 1199 Maria di Forcella, moglie del dinasta del castello, lascia varie donazioni in denaro alle chiese esistenti nel circondario in quel periodo, compresa la parrocchiale del paese: San Giacomo. Il Vescovo di Fermo che a quel tempo conduceva una politica di forte espansione territoriale, si interessa della rocca ed inizia a rivendicarla entrando in conflitto nel 1208, con i conti di Montefiore. Nel 1210 viene menzionata nei libri della diocesi di Fermo relativi alla concessione da parte del vescovo, di metà del castello ai signori di Aspramonte e Montefiore che nel 1223, sposteranno i loro feudatari nel neonato centro di Montefiore dell'Aso. Nel 1231 i signori posseggono ancora degli uomini loro vassalli a Forcella, Lameriano, Carnassale e Boccabianca. Da qui inizia la decadenza del castello che ormai compreso nei territori fermani, perde di importanza e viene soppiantato da Massignano, dove con buona probabilità si trasferiranno le sue genti. Del complesso sopravvivono solo i resti del torrione principale e qualche traccia della cinta muraria e delle rupi artificiali che circondavano l'insediamento, già protetto dall'aspro territorio.
Elemento di rilievo è il massiccio bastione edificato presumibilmente tra XIII e XIV secolo a pianta rettangolare eretto nel punto più alto del sito, sopra quella che sembrerebbe la rampa che saliva fino alla rocca e quindi fungeva anche come difesa della porta castellana. Per entrare nel torrione invece si doveva salire fino ad una porta che si apriva al secondo piano del quale rimangono alcune tracce, come le pietre dove dei fori rettangolari permettevano di far scorrere il chiavistello che la sbarrava. Sul verso il mare si aprono due caditoie che permettevano di gettare liquidi bollenti o infiammabili sugli assedianti accalcati davanti all'ingresso, ad un angolo del torrione invece si apre ancora il profondo pozzo con cisterna che forniva l'approvvigionamento idrico. Del resto dell'insediamento rimane il perimetro che era contenuto tra le rupi del colle ed aveva una forma triangolare, sull'angolo occidentale rimangono pochissime tracce di qualche muratura o di una torre. Il sito è proprietà privata e non è liberamente visitabile se non da lontano.

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